Ottobre è giunto al termine e sono lieta di annunciare che contro ogni pronostico sono riuscita a terminare in toto la sfida di #Inktober. “Hurrààà!” Inktober è forse la sfida che gli artisti social di tutto il mondo attendono con più timore e determinazione messi insieme, il perché è presto detto: 31 disegni da fare nei 31 giorni di Ottobre, tutti da postare sui propri social (Facebook, Instagram, Twitter) seguendo il tema del giorno scelto da Jake Parker (creatore della sfida).
Non lo nego, è stato un percorso altalenante con giorni pieni di entusiasmo seguiti da giornate prive di ispirazione e magici momenti di influenza, ma l’importante è essere giunti alla fine, e ora quei disegni sono pure in vendita nel mio Shop online su magliette, tazze e stampe!
⇛IL MIO SHOP!
C’è da dire che a differenza dell’anno scorso (quando ho fallito miseramente la sfida di Inktober cedendo al nono giorno) quest’anno mi ero psicologicamente preparata con qualche piccola ma fondamentale strategia che mi permettesse di vivermi serenamente anche le giornate meno produttive: delle chicche che, se vorrete anche voi cimentarvi nella sfida l’anno prossimo, potrebbero risultarvi molto utili, perciò vi consiglio di recuperarvi la mia “SURVIVAL GUIDE di Inktober” su youtube dove parlo anche di alcuni miei disegni:
INKTOBER è un’esperienza creativa che aiuta a temprarsi ed è per questo che la consiglio a chiunque di voi voglia migliorarsi nel proprio percorso, che siate principianti o esimi dottori della scienza illustrativa, perché in fondo in quest’ambito non si smette mai di imparare e studiare… Perciò perché non approfittare di occasioni come questa? Ecco dunque ciò che sono riuscita a fare nei 31 giorni di Ottobre! E voi? Avete seguito la sfida? Avete sfruttato delle tecniche particolari? In tal caso taggatemi nelle stories di Instagram affinché possa vedere le vostre creazioni!
UN GRANDE *PATPAT* A TUTTI VOI!
Aryzona si espande su Spreadshirt! ⇛ IL MIO SHOP
Proprio così: l’attività che sto portando avanti su questo blog e sul mio canale youtube, grazie a design dipinti a mano e video sull’arte e sul cinema, ora usufruisce pure di uno SHOP VIRTUALE su Spreadshirt, dove poter acquistare con facilità e immediatezza magliette, tazze, STAMPE e cover con i MIEI DESIGN!
E ho pure un’altra buona notizia: dato che queste sono le due settimane di inaugurazione dello Shop c’è pure il 15% di SCONTO su TUTTI I PRODOTTI (chiamiamoli “Saldi di Halloween”).
Ma cosa sto qui a scrivere? C’è già questo video dove ve lo spiego con un bel raffreddore!
Allora, vi ho convinti a fare un giretto nel mio negozietto? E se l’avete già fatto me lo merito un *patpat*?? Ah e cosa importante: fatemi sapere con un commento se avete dei suggerimenti su quali soggetti inserire nei prossimi design, che siano essi personaggi di letteratura o cultura geek, animali, o altro!
(Lo so, lo so, non vendono ancora i biscottini su Spreadshirt, ma vedrò di convincere lo staff di questa aggiunta strategica…
“Passa per il mio Shop… Abbiamo i biscottini.”)
Con tutto quello che accade nello spazio ci si aspetta di vedere qualsiasi cosa fra le stelle e i meteoriti… Tranne una lattina caduta nell’occhio della Luna!
Che cosa ci fa una zuppa di pomodoro in un cratere inospitale? E’ ovvio: vuole essere la prima forma d’arte a conquistare il cuore di un grigio corpo extraterrestre – di certo è stato un po’ azzardato come primo contatto… Ma in fondo sappiamo che George Melies apprezza l’invadenza colorata!
“un piccolo passo per una lattina, un grande passo per la Pop Art!”
Dipingere questa T-shirt mi ha divertito tantissimo e con l’occasione ho potuto rispondere a delle curiosità che spesso mi chiedete riguardo al processo della pittura!
Ecco qui IL VIDEO IN CUI CREO LA MAGLIETTA:
Ciao a tutti, ragazzi, bentornati sul mio blog e se invece siete nuovi, benvenuti!
Io sono Ary e quello di oggi finalmente è un articolo (e script di QUESTO mio video) che apre una rubrica sul cinema, e in particolare sui miei registi preferiti in ambito estetico e artistico: e con chi cominciare se non con colui che ha dato vita alle risate dei Monty Python e che oggi dopo 25 anni ci ha portato il Don Chisciotte sullo schermo?
Sì, sto parlando di Terry Gilliam!
Un Incantatore che veicola lo sguardo, un Visionario dell’Etereo Decadentismo dell’Immaginario che inserisce nella pomposità e nella permalosità delle epoche sfarzose l’elemento di disturbo, ovvero soggetti grezzi, rustici, villani e volgari che danno adito alla vergogna e la esaltano fino al ridicolo.
Le immagini sconsacranti sono ciò che ci fa ridere dell’Arte di Gilliam, poiché ci dà la possibilità di mandare a quel paese i tabù che ogni giorno ci vengono rinfacciati.
Gilliam questi tabù li schiaccia con un piede gigante.
Allo stesso modo la bellezza con questo regista non sta più sulla superficie della pelle, ma si riconosce nell’estetica non convenzionale, sghemba, che si esprime con figure verso le quali siamo attirati non per i lineamenti piacevoli, ma per la scintilla di follia che sta sotto, per l’eccessiva umanità che sta in quegli occhi.
Ogni personaggio che ci presenta Gilliam è vissuto, il suo apice è passato, e ora sta trovando il suo posto in un mondo che l’ha dimenticato.
Anche le figure giovani sono ormai disilluse, già cresciute, e si connettono alla nicchia di chi permane invisibile alla società, agli affetti di nanismo, un chiaro riferimento a Jodorowsky e ai gitani, che Gilliam riprende come protagonisti, come i sopravvissuti della modernità, come una tradizione che seppur morente, resiste alla novità, ancorando le radici in un carro mobile.
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Quella di Gilliam è un’estetica sporcata dalla sabbia e dalla terra, dai guizzi di colore che spiccano all’occhio dello spettatore mentre le scene si riempiono di una strana sensazione morbosa, unita ad una scenografia succulenta.
Grazie a questi elementi Gilliam gioca con lo spettatore, mischiando vari contrasti, per vedere chi guarda restare perplesso di fronte alle proprie emozioni, di fronte alla convinzione che non tutto ciò che si prova ha una spiegazione razionale o convenzionale.
E questo è ciò che accade ne “L’uomo che uccise Don Chisciotte”, che ti spiazza e ti fa ridere eccessivamente, mentre al contempo ti imbarazza senza motivo e ti meraviglia con tutti i rimandi alle sue opere precedenti: il Vestito rosso di Valentina e le Carovane di “Parnassus: L’uomo che voleva ingannare il Diavolo”, il Cavaliere Rosso de “La Leggenda del Re Pescatore”, l’improvvisa ironia e rottura della quarta parete dei Monty Python
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e la rottura della quinta, sesta parete, nel metterci dentro prima la rottura del muro fra due mezzi, quello della letteratura e della cinematografia, che diventano una cosa sola, e poi della propria realtà in quanto regista affannato alla ricerca dell’ispirazione: una ricerca che si compie dopo ben 25 anni di riprese e con un bagaglio di sfinitezza.
Allo stesso modo anche in “Parnassus: L’uomo che voleva ingannare il Diavolo” la realtà dietro al film si fa palese aggiungendo ben tre attori a sostituire d’un tratto il ruolo di Heath Ledger.
la presenza di questi tre attori ben più famosi di Heath Ledger fanno paradossalmente sentire la sua assenza, un’assenza che è un elefante nella stanza poiché fa svanire la loro fama dietro l’aura di ricordo che Heath si è creato, esponendo il vuoto e la rottura che la sua morte ha portato.
Il bello della produzione di Gilliam è proprio che non tratta la realtà e l’immaginazione come mondi distinti, ma come un’intersecazione, come una potenzialità per le sue visioni e non come qualcosa da dimenticare per far spazio a fantasie in cui rifugiarsi.
Come nelle illustrazioni di Jacek Yerka, troviamo mondi che si connettono con il passato, o meglio realtà che divengono ciò che sono solo in virtù di ciò che hanno subito e delle trasformazioni dell’umanità che si riflettono sull’ambiente:
Sporcizia e fogli volatili ovunque, Dadaismo, Tecnologia, per arrivare poi alle sue incredibili animazioni che ci interrompono il flusso di pensieri e ce lo risucchiano in estasi estranianti: narrazioni grottesche e bizzarre di pochi secondi scattosi e frenetici, che con la stop-motion e con il loro trasandato look da collage risultano ancora più esilaranti e sciocche, e dunque geniali, ispirate dalle ricomposizioni di surrealisti come Max Ernst, dalle animazioni di Karel Zeman e dalla morbidezza e fluidità insita nei quadri di Dalì.
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In ogni sua animazione, cortometraggio o pellicola, Gilliam ci inonda con il profumo della Patafisica allo stato più grezzo, ma anche con una profondità devastante che si cela in bella mostra.
Si parte dalla costante di facce giganti delle figure boschiane,
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per passare alle citazioni artistiche reinterpretate come “La Nascita di Venere” di Botticelli.
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per poi arrivare ai protagonisti delle sue storie: viandanti fisici o mentali alla ricerca di un appagamento, tutti con uno scopo insito dentro di loro, eppure irrisolto e spiegazzato, come un foglietto accartocciato abbandonato in un cassetto, su cui sta scritto il senso dell’Universo.
Forse quel foglietto è proprio uno dei fogli volanti e delle cartacce che riempiono le inquadrature dei film di Gilliam, che viene calpestato come tutta la spazzatura normale.
Nel notare tutti questi aspetti il concetto di collage emerge spontaneo, proprio come nelle animazioni, e ci fa sentire lo stacco fra una ripresa e l’altra volutamente, rivelando che sono esse stesse un insieme caotico di collage, di fantasie insolite e difficili di natura che coronano perfettamente le inquadrature, dalla penombra giallastra all’atmosfera bluastra degli ambienti futuristici, ai volti deformati oppure esaltati dalla terra di siena bruciata, che vogliono farti domandare se sia un cerone palesemente teatrale oppure l’euforia del personaggio che prende posto sulla pelle e si mostra in tutta la sua trasparenza.
Particolarmente interessante e quasi un suo stampo di fabbrica è la sua scelta di applicare alla scenografia delle piastrelle a scacchi, per velatamente ricordarti che si sta giocando al gioco preferito del Diavolo poiché ogni film di Gilliam è una partita a scacchi: si subodora come a volerti ricordare che è tutto un gioco sì, ma un gioco che può avere delle conseguenze devastanti per i soggetti in questione: una partita che provoca e attira consapevolmente il demonio, che rivela l’azzardo e la dipendenza dal rischio per ritrovarsi faccia a faccia con qualcosa di maligno da scacciare, per scendere a patti, per toccare il fondo fino a vendere l’anima, per poi risalire strategicamente, riuscire a salvarsi e perché no, fare uno scacco matto.
La catastrofe nei film di Gilliam diventa un’emozione, quella sensazione di quando ti senti cadere dalle nuvole quando credevi che tutto stesse andando bene: è una tragedia che ti legge, è solo una storia sullo schermo.
Eppure ti pare la fine del mondo.
Poi tutto si risolleva in un modo o nell’altro, per olistico intervento, e tu torni a ridere pensando a quanto sei stato sciocco e drammatico nel tuo giudizio.
Ma dopotutto non è esattamente questo che accade in ogni nostra vita?
Grazie per aver letto il mio articolo, ci tenevo a scriverlo specialmente dopo aver visto “L’uomo che uccise Don Chisciotte”, che vi consiglio davvero davvero caldamente di guardare in quanto è un film letterario nel vero senso della parola, e il finale taglia la tela, ma non solo quella del cinema, anche quella del libro del Don Chisciotte e quella di tutta l’arte.
Il film poi è piaciuto così tanto a me e Rick che abbiamo anche fatto un video recensione sul suo canale, potete recuperarlo QUI. QUI potete acquistare un libro per approfondire l’Arte di Terry Gilliam e inoltre vi consiglio di andare a guardarvi il videotributo del canale di Jeremy Mullins al Cinema di Terry Gilliam!
Fatemi sapere sotto al MIO VIDEO qual è il vostro film preferito di Terry Gilliam, il mio è sicuramente “Parnassus: L’uomo che voleva ingannare il Diavolo”!
Questo era il primo articolo sull’Arte del cinema e noi ci vediamo al prossimo regista!
Immergiti nel tepore del brodo scaldato da un’alba di tuorli; Cedi alla tentazione dei zoccoli su un letto di sabbia e alga nori e di una croccante struttura errante; Assapora la scioglievolezza degli orologi e il persistente gusto della memoria; Fatti sorprendere dal retrogusto della nascita di un uomo nuovo; E presta attenzione ai pizzichi di spezie e alla romantica decorazione di una rosa meditativa su un mare di eccentrici ingredienti;
Gustati il Surreale Ramen di Dalì e la realtà non sarà più la stessa!
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Clicca QUI per scaricare il Design “Il Ramen di Dalì”!
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Nel Design puoi ritrovare i riferimenti all’uovo di Vladimir Kush e alla Rosa Meditativa, al Bambino geopolitico osservante la nascita di un uomo nuovo, allaPersistenza della memoria, allaTentazione di Sant’Antonio di Dalì.
(di Vladimir Kush)
“Rosa Meditativa” di Dalì
“Bambino geopolitico osservante la nascita di un uomo nuovo” di Dalì
“La persistenza della memoria” di Dalì
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Come quelli che ho realizzato in precedenza, questo Design vuole coniugare la creatività e la potenza del marchio in un soggetto unico e originale, unendo la passione e l’entusiasmo per gli ambienti artistici e geek a dei contenuti originali ed esclusivi.
Questo Design non vuole essere solo una concept art, ma soprattutto vuole rappresentare la personalità di chi l’acquista, nonché un incontro fra la modernità del marketing e del brand e la potenza dell’immaginazione stessa:
Il prezzo per il Design è di soli 3,50 euro, e la qualità è garantita.
Ogni vostro acquisto è importantissimo per aiutarmi a realizzare il mio desiderio più grande, ovvero fare della mia arte una professione e quindi produrre sempre più contenuti digitali per su Selz e fatti a mano qui sul mio blog!
Una volta acquistato il Design avrai accesso a questi 3 file (immagini in PNG che saranno privi di watermark):
1_Il Ramen di Dalì in bianco e nero.png 2_Il Ramen di Dalì a colori.png 3_Il Ramen di Dalì con sfondo ramen bar.png
Una volta scaricati i 3 Design potrete usarli come volete: potrete stamparli come poster per appenderli nella vostra camera, oppure su una maglietta da indossare, o su una tazza da regalare e altro ancora.
CLICCA QUI per acquistare il Design “Il Ramen di Dalì”! CLICCA QUI per vedere i miei altri Design digitali!
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Contenuto originale: Aryzona® Per acquistare il Design dipinto a mano su maglietta o per ulteriori informazioni scrivimi a derizzo.arianna@gmail.com!
“Ph‘nglui mglw‘nafh Cthulhu R’lyeh wgah‘nagl fhtagn”
Questa è la litania che risuona quando si entra nel nuovissimo ed esclusivo ristorante “Cthulhu’s Sushi”, votato 5 stelle marine da ogni creatura degli abissi dai tentacoli sopraffini!
Fatevi tentare dalle viscide pietanze del Menù scritto in rune antiche: ogni pezzo di sushi contiene una maledizione ripescata dagli abissi del tempo: scoprite quale vi toccherà!
Potrete gustare l’anima di Cthulhu fino a scoppiare di incubi, sentendo i tentacoli che cercano di torcervi l’ugola una volta ingoiati e odendo le ali scrocchiarvi nel palato mentre dei denti insanguinati cercheranno di mangiarvi da dentro: vedremo chi sarà mangiato per primo! Cthulhu Fhtagn e Buon Appetito!
Come “Il Latte di Edgar Allan Poe” questo Design vuole coniugare la creatività e la potenza del marchio in un soggetto unico e originale, unendo la passione e l’entusiasmo geek a un contenuto brillante ed esclusivo.
(qui per il DESIGN “Il Latte di Poe”⇒ http://selz.co/V11ANgv24)
Adorando l’horror d’atmosfera, la letteratura di Lovecraft è sempre stata per me una delle narrazioni più evocative di sempre, e in particolare il mito di Cthulhu mi è sempre parso come un mostro sublime tanto visivamente, con i tentacoli, la struttura da demone di una cultura remota e lo sguardo mefistofelico, quanto mentalmente, attraverso quella lingua sconosciuta che può insinuarsi nei tuoi incubi mentre dormi.
Per questo Cthulhu è diventato il protagonista di questo mio nuovo Design: mi divertiva l’idea di associare un soggetto antico e terrificante come Cthulhu al cibo più popolare di oggi, ovvero il sushi: un Design che crea ilarità tramite due opposti che si incontrano!
Oltre ad essere una concept art questo Design vuole rappresentare la personalità di chi l’acquista, nonché un incontro fra la modernità del marketing e la potenza dell’immaginazione stessa!
Il prezzo per il Design (che potete acquistare qui) è di soli 5 euro, e la qualità è garantita. Ogni vostro acquisto è importantissimo per aiutarmi a realizzare il mio desiderio più grande, ovvero farne una professione e quindi produrre sempre più contenuti digitali e manuali originali per voi qui sul mio blog e anche su Selz!
Con ogni contributo inoltre aiutate anche il mio percorso divulgativo e artistico su Youtube per il mio canale “Ary De Rizzo”!
Una volta acquistato il Design avrai accesso a questi 3 file (immagini in png che saranno privi di watermark):
anteprima con Watermark di “1_Logo Cthulhu’s Sushi.png”
anteprima con Watermark di “2_Cthulhu’s Sushi orizzontale.png”
anteprima con Watermark di “3_Cthulhu’s Sushi verticale.png”
Una volta scaricati i 3 Design potrete usarli come volete: potrete stamparli come poster per appenderli nella vostra camera, oppure su una maglietta da indossare, o su una tazza da regalare e altro ancora.
Per scaricare il DESIGN “Il Sushi di Cthulhu” ⇒ http://selz.co/VyIPVpZQr
Ecco qui il video sul processo creativo per questo DESIGN:
Per ogni domanda e per commissioni manuali o digitali non esitate a contattarmi qui: derizzo.arianna@gmail.com
Se vuoi sapere di più su di me e su cosa faccio, PUOI TROVARMI ANCHE QUI:
Immergiti nel tepore del brodo scaldato da un’alba di tuorli;
(di Vladimir Kush)
Cedi alla tentazione dei zoccoli su un letto di sabbia e alga nori e di una croccante struttura errante;
“La Tentazione di Sant’Antonio” di Dalì
Assapora la scioglievolezza degli orologi e il persistente gusto della memoria;
“La persistenza della memoria” di Dalì
Fatti sorprendere dal retrogusto della nascita di un uomo nuovo;
“Bambino geopolitico osservante la nascita di un uomo nuovo” di Dalì
E presta attenzione ai pizzichi di spezie e alla romantica decorazione di una rosa meditativa su un mare di eccentrici ingredienti;
“Rosa Meditativa” di Dalì
Gustati il Surreale Ramen di Dalì e la realtà non sarà più la stessa!
Contenuto originale: Aryzona®;
Nome T-shirt:“Il Ramen di Dalì”; Pittura utilizzata (resistente al lavaggio): Setacolor opaque black;
Tessuto maglietta:cotone;
(Se anche tu vuoi una T-shirt con questo disegno (o se vuoi un ordine personalizzato) contattami in privato sui social o manda una mail a derizzo.arianna@gmail.com)
(Ora disponibile anche QUI su selz.com a 3,50 euro! QUI trovi l’articolo a riguardo.)
Primo di una lunga serie, questo Design è il mio punto di partenza per il mio NUOVO NEGOZIO DI DESIGN DIGITALE su Selz.com! “Il Latte di Edgar Allan Poe” è infatti in vendita sul mio Negozio di Selz a soli 3,50 euro e puoi acquistarlo qui. Una volta acquistato, avrai a disposizione questi 3 file png in HD: 1-DESIGN de “Il Latte di Edgar Allan Poe” a colori; 2-DESIGN de “Il Latte di Edgar Allan Poe” in bianco e nero; 3-DESIGN de “Il Latte di Edgar Allan Poe” con Pub sullo sfondo;
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A questo punto potrai usare il Design come vuoi: potrai usarlo come poster per appenderlo nella tua camera, oppure stamparlo su una maglietta da indossare, o su una tazza da regalare e altro ancora.
Il prezzo per il Design è minimo, e la qualità è garantita.
Ogni acquisto è importantissimo per aiutarmi a realizzare il mio desiderio più grande, ovvero farne una professione e quindi produrre sempre più contenuti digitali da pubblicare qui sul Blog e da mettere in vendita su Selz, nonché offrire sempre più prodotti dipinti a mano.
Con questo Design ho voluto coniugare la creatività e il social branding in un soggetto unico e originale, unendo la passione e l’entusiasmo dei geek a un contenuto brillante ed esclusivo.
Essendo io stessa un’appassionata della letteratura di Poe, mi sono divertita a cercare ispirazioni per il disegno e a mischiare l’ironia e l’estetica Pulp alla vena macabra dei “Racconti del Terrore” e in particolare ovviamente del racconto “The Black Cat”.
Come gli altri miei progetti, “Il Latte di Edgar Allan Poe” non vuole essere un semplice Design, ma un concetto: qualcosa che rappresenti la personalità di chi l’acquista, nonché un incontro fra la modernità del marketing e la potenza dell’immaginazione stessa.
Se vuoi un Design o una T-shirt personalizzati, o per qualsiasi domanda scrivimi a: derizzo.arianna@gmail.com
Se vuoi sapere di più su di me e su cosa faccio, PUOI TROVARMI ANCHE QUI:
Con questo Design inauguro il mio Nuovo Negozio su Selz.com, dove potete acquistare i miei lavori in formato digitale. Per maggiori informazioni clicca QUI.
Emerso dalle tenebre dell’epoca vittoriana, quest’antico cartone di latte è stato ritrovato in un Pub poco distante dalla dimora di Edgar Allan Poe, ricoperto di polvere e graffi e pregno di sangue animale. Dopo attenta analisi del reperto, la Società dell’Occulto l’ha classificato “irreversibilmente MALEDETTO, senza antidoto”. Alla luce di tali eventi invitiamo dunque ogni persona scettica a ricredersi sulla veridicità di ciò che Edgar Allan Poe narrava nei suoi racconti, compresa la leggenda del “Gatto Nero”. Si dice inoltre che ci siano stati numerosi avvistamenti del famigerato Gatto Nero senza un occhio sparsi per tutto il mondo, ulteriore prova che lo spirito della bestia aleggia ancora su questa terra e che tende agguati nell’ombra a chiunque incrocia il suo occhio giallo. Questo Design funge da manifesto e avvertimento a chi è ancora abbastanza assennato da credere e temere rispettosamente alla leggenda del Gatto Nero di Poe. Non sfoggiatelo invano. Usatelo come monito e amuleto e avrete salva l’anima.
Contenuto originale: Aryzona®;
Nome T-shirt:“Il Latte di Edgar Allan Poe”; Pittura utilizzata (resistente al lavaggio): Setacolor opaque black;
Tessuto maglietta:cotone;
Se vuoi ordinare la tua T-shirt con questo Design dipinto a mano (o se vuoi un ordine personalizzato) scrivimi a: derizzo.arianna@gmail.com
Se invece preferisci avere solo il Design Digitale, puoi acquistarlo al mio NUOVO NEGOZIO ONLINE su Selz.com a soli 3,50 euro: http://selz.co/V11ANgv24
“L’ovvio è quel che non si vede mai, finché qualcuno non lo esprime con la massima semplicità.” (Kahlil Gibran)
“La semplicità è la forma della vera grandezza, di una grandezza inconscia e divenuta natura.” (Francesco De Sanctis)
Ciao a tutti ragazzi e bentornati sul mio blog!
Io sono Ary e oggi, dopo un breve periodo di pausa, vi porto un altro artista poco conosciuto!
Abbiamo parlato di artisti che riversano tutta la loro immaginazione nelle opere che fanno: da artisti che remixano la concezione di passato e futuro a pittori che mirano a mettere a disagio lo spettatore.
Ma si può creare dell’arte solo con la semplicità?
Per scoprirlo, oggi vi porto un illustratore di New York che esplora di rivista in rivista temi come l’ambiente, la scienza e l’ecologia, rappresentandoli in un modo elementare molto particolare. Ecco a voi Jamie Mills:
Con questo artista le frivolezze se ne stanno da parte: Jamie Mills ti costringe ad andare dritto al punto delle sue opere, dritto nel cuore di un concetto ben soppesato.
Jamie Mills sta dietro ogni quadro, dietro ogni vuoto e ogni parte spoglia, e invece di aggiungere dettagli, ti osserva attraverso il bianco per farti indovinare cosa gli sta passando per la mente.
Ti fa tuffare in profondità di ciò che apparentemente profondo non è; ti fa tuffare nel minimalismo.
si tiene tutto ciò che serve e basta, un modo per liberare la mente da tutti gli strati di inutilità o abbellimento per vedere come è fatta sotto; vedere se ha bisogno di essere messa in ordine, un ordine analitico, che parte dalla punta di una matita lasciata in libertà e che ritrova la sua via accompagnata dalla squadretta, dal compasso, dalla prospettiva.
Jamie Mills ci mostra l’unione dell’illustrazione improvvisata e della perfezione geometrica del graphic design in modo sintetico ed efficace.
Ci mostra la natura in vetrina, la ribellione delle fronde che si rinchiudono in forme meticolose.
Ci mostra l’individualismo di un pino che cerca il proprio spazio personale, specialmente sotto natale quando tutti gli esseri umani, piccoli o grandi, si prendono la libertà di giocare con i suoi aghi.
E’ l’individualismo di un albero scarno che vuole mettersi in mostra, perché non si sente mai abbastanza apprezzato.
E’ un racconto, un intreccio di storie e testimonianze antiche che sono in cerca di qualcuno che le racconti e le liberi da loro stesse.
L’arte concettuale di Jamie Mills non si ferma alla botanica: si espande a esplorare nuovi livelli e piani, a dipingere una nuova dimensione delle montagne, la forma dell’aria che un orso emette quando esprime qualche verso o quando il suo respiro si condensa.
Ci mostra la semplicità e il minimalismo per ciò che sono davvero: un messaggio importante schiacciato troppo spesso da molti messaggi inutili;
è il fermarsi a guardare un bosco e godere solo del buio che vi è all’interno, e della luce che si riflette sulle fitte vette.
E’ il guardare dei comuni sassi e vederci dei minerali, delle pietre che possono ricordare gli odori del muschio una volta a casa.
E’ il testimoniare un evento, un qualsiasi evento che ti faccia capire che dopo che sarà avvenuto, il mondo non sarà più lo stesso.
Il Minimalismo anche se è all’apparenza statico, smuove forze ed è in costante mutamento, proprio come il mondo. E noi siamo qui a testimoniarlo.
Questo è forse uno degli artisti meno conosciuti che vi ho portato, infatti è probabile che se scriverete Jamie Mills sul motore di ricerca vi verrà fuori Jamie Mills Price, che –ehm– non è esattamente la stessa cosa…
Ricordatevi di condividere l’articolo se vi è piaciuto, e se volete vedermi scrivere di qualche particolare pittore, scultore e altro scrivetemelo in un commento.
Ci vediamo al prossimo artista!