Ma quindi… Cos’è l’Arte?
Una questione antica come le impronte della Cueva de Las Manos alle mie spalle.
Ciò che un tempo poteva essere racchiuso in “ciò che gratifica lo sguardo” oggi ha accumulato significati sempre più diversi e contrastanti, fra ciò che è oggettivo e ciò che invece è soggettivo.
Ma quindi, qual è la risposta? Come con la ricerca al senso della vita non posso che rispondere “42” poiché non c’è risposta, ma unicamente la consapevolezza di non poter esaurire con termini accademici ciò che è “Arte”: la si può esprimere solo nel migliore dei modi possibili: attraverso nuova arte.
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Ottobre è giunto al termine e sono lieta di annunciare che contro ogni pronostico sono riuscita a terminare in toto la sfida di #Inktober. “Hurrààà!” Inktober è forse la sfida che gli artisti social di tutto il mondo attendono con più timore e determinazione messi insieme, il perché è presto detto: 31 disegni da fare nei 31 giorni di Ottobre, tutti da postare sui propri social (Facebook, Instagram, Twitter) seguendo il tema del giorno scelto da Jake Parker (creatore della sfida).
Non lo nego, è stato un percorso altalenante con giorni pieni di entusiasmo seguiti da giornate prive di ispirazione e magici momenti di influenza, ma l’importante è essere giunti alla fine, e ora quei disegni sono pure in vendita nel mio Shop online su magliette, tazze e stampe!
⇛IL MIO SHOP!
C’è da dire che a differenza dell’anno scorso (quando ho fallito miseramente la sfida di Inktober cedendo al nono giorno) quest’anno mi ero psicologicamente preparata con qualche piccola ma fondamentale strategia che mi permettesse di vivermi serenamente anche le giornate meno produttive: delle chicche che, se vorrete anche voi cimentarvi nella sfida l’anno prossimo, potrebbero risultarvi molto utili, perciò vi consiglio di recuperarvi la mia “SURVIVAL GUIDE di Inktober” su youtube dove parlo anche di alcuni miei disegni:
INKTOBER è un’esperienza creativa che aiuta a temprarsi ed è per questo che la consiglio a chiunque di voi voglia migliorarsi nel proprio percorso, che siate principianti o esimi dottori della scienza illustrativa, perché in fondo in quest’ambito non si smette mai di imparare e studiare… Perciò perché non approfittare di occasioni come questa? Ecco dunque ciò che sono riuscita a fare nei 31 giorni di Ottobre! E voi? Avete seguito la sfida? Avete sfruttato delle tecniche particolari? In tal caso taggatemi nelle stories di Instagram affinché possa vedere le vostre creazioni!
UN GRANDE *PATPAT* A TUTTI VOI!
“Così i giorni scorrono attraverso i miei occhi Ma sembrano sempre uguali E questi bambini su cui sputi Mentre cercano di cambiare il loro mondo Sono immuni ai tuoi consigli Sanno bene ciò che sta accadendo loro” (“Changes” di David Bowie)
Ciao a tutti ragazzi e bentornati sul mio blog!
Nel confronto di oggi vediamo due illustratrici contemporanee esplorare la giovinezza o, ancora meglio, ciò che si nasconde dietro di essa: il non detto.
La prima è un’artista che lavora a Taiwan dal tratto gentile e dai colori morbidi come nuvole;
la seconda invece è un’artista italiana di Pesaro e al contrario, usa raramente i colori: sceglie il bianco e nero senza fronzoli, concisa e bizzarra.
Vi presento Miss Cyndi e Virginia Mori!
Nonostante siano accomunate dalla semplicità, i soggetti di Miss Cyndi e Virginia Mori sono due facce della stessa medaglia: due gemelle separate alla nascita.
La prima gemella, plasmata dal tocco premuroso di Miss Cyndi, è delicata come carta velina, leggera come aria, poiché guarda il mondo sotto una cupola di cristallo.
Il primo nome che mi viene in mente nel guardarla è Amélie da “Il Favoloso Mondo di Amélie”.
In queste illustrazioni infatti vediamo la realtà attraverso gli occhi di una ragazza sognante, distratta, immersa completamente nella propria bolla di fantasia e gioco, di pensieri frivoli e colori leggeri come una piuma.
Spesso seduta nella serenità della quotidianità e monotonia, la vediamo trovare sollievo nelle piccole cose per poi cadere turbata di fronte a piccoli problemi che per lei risultano insormontabili.
Attraverso i suoi occhi percepiamo il conforto e l’incanto di quella bolla che la separa dal mondo e che la fa infine restare da sola, lontana dalla normalità di tutti gli altri.
Vediamo la giovinezza dipinta con la dolcezza della solitudine, ma anche la malinconia di non saper vedere la bellezza di cui tutti parlano e la convinzione di non riuscire mai a provare una vera emozione.
Lo sguardo è vacuo, il volto inespressivo, mentre i pensieri sconfinano e si svelano dietro ad una trasparenza innocente.
La seconda gemella invece, quella di Virginia Mori, brucia come il fuoco, o meglio, si logora, come fanno le braci.
Una passata di carbone e i colori svaniscono, lasciando il posto ad un altro mondo in bianco e nero, fatto di pallore, buio e rancore.
A lei non interessa quello che pensa la gente, non le interessa essere colorata per piacere alle persone. Le interessa solo essere se stessa.
E’ una gemella incompresa, dalla personalità vibrante e ribelle e dalle mille frustrazioni.
Per questo mi ricorda Susanna Kaysen, dal libro e film “Girl, Interrupted”.
Entrambe costrette in una realtà costruita di ragazze che sottomettono e vengono sottomesse, fanno credere di volersene fregare perché troppo superiori alla competitività. Entrambe dal temperamento intrattabile.
Questa gemella, al contrario di quella di Miss Cyndi, rifiuta la routine del collegio e decide di riempire i suoi vuoti con aggressività e sarcasmo.
Si confonde con la massa per diventare due, tre e più ragazze contemporaneamente.
Si mimetizza, diventa parte integrante delle cose, dell’arredamento, tutto pur di non essere costretta a entrare in contatto con le altre, tutto per dare sfogo alla misantropia più pura.
La gemella di Virginia Mori non sogna ad occhi aperti poiché lo trova stupido. Preferisce invece vivere negli incubi; incubi disturbanti, ma anche creativi e divertenti.
E mentre medita sulla propria superiorità intellettuale rimpiange tuttavia di non poter svuotare la propria mente dal chiasso imperante.
Se ne sta sul proprio letto, come fa anche la gemella di Miss Cyndi, sfinita dai propri disturbi e dalle proprie insoddisfazioni.
Entrambe si rivoltano nelle loro coperte, per sfuggire alla realtà che devono affrontare ogni giorno.
Entrambe si chiedono quando tutta questa confusione finirà.
Se questo video vi è piaciuto complimenti a Miss Cyndi e Virginia Mori e pat pat a me!
Vi ricordo che su Facebook c’è il mio gruppo Aryzona dove possiamo discutere sugli argomenti del blog e del mio canale!
Ricordatevi di condividere questo articolo se vi è piaciuto e se volete sentirmi parlare di uno o più pittori in particolare scrivetemelo in un commento.
L’uomo ama costruire, e tracciare strade, è pacifico. Ma da che viene che ami appassionatamente anche la distruzione e il caos? (Fëdor Dostoevskij) Quando soffia il vento del cambiamento alcuni costruiscono muri, altri mulini a vento. (Antico proverbio cinese)
“Ciao a tutti e bentornati sul mio blog!
Io sono Ary e in questa mia prima rubrica voglio approfondire con voi degli artisti di nicchia spettacolari; artisti di nicchia di tutti i tipi: da pittori a scultori, da fotografi ad artigiani!
L’artista di cui voglio parlare oggi è molto particolare: è un inventore, un archeologo, uno scovatore o meglio SCAVATORE di tesori nato in Illinois nel 1974: Brian Dettmer!
Con Brian Dettmer il quotidiano cambia significato, la banalità volta pagina e si trasforma in innovazione, in un’arte inaspettata.
Tutto scorre, tutto si piega, aggroviglia, assottiglia, tutto si trasforma in un Paese delle Meraviglie fatto di carta, taglierino e sorpresa: sorpresa per noi e anche per Brian Dettmer, un artista che presta le sue mani alle storie ignaro di cosa queste lo porteranno a creare.
Scavando le pagine di antichi libri o perfino di cassette, enciclopedie, mappe, come un vero e proprio archeologo, Brian Dettmer fa riemergere reperti e gemme andati perduti o magari mai scoperti prima: è un Cristoforo Colombo della materia che tramite significati nascosti e reinterpretazioni rizomiche fa respirare a degli oggetti morti l’aria di un secolo nuovo, un secolo in cui si può rendere immortali solo attraverso la distruzione.
Una volta gli scultori prendevano il marmo, lo modellavano e da ciò che era semplicemente pietra estrapolavano un Dio, un Imperatore.
Brian Dettmer al contrario prende i libri e sfata il mito della loro intoccabilità e della sacralità che li costringerebbe a restare una cosa sola per l’eternità.
Ma in fondo il mondo può solo cambiare nel momento in cui i pezzi vengono rigiocati: il mondo è cambiato quando la testa di Maria Antonietta è stata staccata dal corpo, e questo l’ha resa immortale. Brian Dettmer cambia la nostra percezione sugli oggetti, li incastra e li trasforma in paesaggi rendendoli più umani degli umani stessi.
Ogni anfratto, ogni cunicolo da cui si sporge un volto o un aforisma, mostra quanto la distruzione sia un’arte effimera e delicata, così come lo sarà la costruzione che la sostituirà in seguito, a creare dunque un circolo vizioso in cui il tempo, la vecchiaia e il divenire antico perdono la loro autorità sulla vita e sulla caducità delle narrazioni.
Tutto ciò che importa con Brian Dettmer è comporre nuove e infinite storie con cui riempire l’universo nei secoli dei secoli.
Se volete approfondire questo artista fantastico vi consiglio di acquistare il libro sulle sue opere “Art Made from books” e di guardarvi il suo TED talk, in cui espone la procedura dei suoi lavori e le sue considerazioni.”
Ricordatevi di condividere l’articolo o il video se vi è piaciuto e se volete sentirmi parlare di un particolare artista scrivetemelo in un commento!