L’Arte e la Filosofia di Escher

I miei video!

“L’illusione più pericolosa è quella che esista soltanto un’unica realtà.”
(Paul Watzlawick)

Ciao a tutti e bentornati sul mio blog! Io sono Ary e oggi sono qui per parlare con voi di un artista alquanto noto e apprezzato, che ha rappresentato un’enorme fonte di ispirazione per film, libri e perfino giochi di psicologia.

Nato nel 1898, è stato un incisore e grafico olandese nonché un amante del paradosso, che grazie alla sua arte ha dato forma all’impossibile e dispiegato i limiti della concezione e coscienza umana.
Un uomo che ha confessato di sentirsi più simile a un matematico piuttosto che a un artista, e che tramite la sua produzione ha fatto coincidere questi due mondi apparentemente opposti.
Come avrete capito, sto parlando di M.C. Escher:
Scale, specchi, illusioni ottiche.
Questo è ciò che ci viene in mente quando nominiamo Escher, ma cosa c’è dietro questa solida struttura? Cosa si nasconde nelle ombre degli archi, nell’oscurità introspettiva della sua arte? cosa si cela dietro queste vertigini che ci colgono, in bilico sulle sue tele?

Nietzsche diceva che se si guarda troppo a lungo nell’abisso, alla fine l’abisso guarda dentro di te.
Ed è proprio questo che succede quando ci sporgiamo a guardare giù in queste opere, giù nella mente di Escher.

In un kafkiano vortice che non ha né inizio né fine, Escher ci descrive attraverso le sue immagini la trasformazione di Gregor Samsa in scarafaggio, una trasformazione nella quale Gregor non è mai del tutto scarafaggio e lo scarafaggio non è mai del tutto Gregor, poiché il protagonista delle opere di Escher, così come quelle di Kafka, è il divenire, l’atto di essere trasformato.

La vita stessa è trasformazione, è mutazione in atto e nonostante la nostra razionalità ci imponga di vedere immagini, corpi, immobilità e confini, il mondo è indaffarato nel proporci indefinibilità, sfumature, transizioni e transitorietà.

Escher tenta di mettere in immagine l’inimmaginabile, di dare forma all’informe, e in questo senso la sua opera è la rappresentazione stessa della nostra mente: essa come un Don Chisciotte immateriale, continua a combattere contro il mulino a vento del divenire per scoprirsi sempre sconfitta, naufragata, ridicolizzata.

“Metamorfosi” è la parola corretta per definire le opere di Escher, o forse per descrivere Escher stesso. Meglio ancora, “Metamorfosi” è la parola perfetta per descrivere Escher che diventa un’opera di Escher; l’autore che diventa personaggio, l’inerte che diventa vita, il caos che diventa significato.
(-Rick DuFer-)ec15569-900x900

Circondati dall’architettura dell’impossibile, cerchiamo di tenerci in equilibrio sul corrimano immaginario, e nonostante crediamo di essere ancora padroni del nostro corpo non ci rendiamo conto che stiamo già cadendo, precipitando nella tromba inesistente delle scale, fluttuando nel vuoto abissale fino a sussultare, come quando si cade in un sogno, e ci risvegliamo di soprassalto col cuore che scalpita.

Le scale, le strutture e le architetture in apparenza semplici ti catturano lo sguardo per miglia e miglia facendoti perdere la concezione dell’equilibrio, del tempo, del vuoto e della confusione, per poi lasciarti da solo con quell’inquietudine ignota, con quella sensazione venuta dallo spazio.

Escher ci accompagna e poi abbandona nel bianco e nero, sperduti nella opaca prigionia della nostra mente, del nostro riflesso e delle nostre illusioni diplopiche.

Escher ci accompagna e poi abbandona nel bianco e nero, sperduti nella opaca prigionia della nostra mente, del nostro riflesso e delle nostre illusioni diplopiche

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Illusioni che ci catturano e spezzettano man mano che l’opera prosegue a girare e vorticare per diventare un tutt’uno con il disordine olistico.
E’ una metamorfosi che non si ferma mai, un circolo vizioso che riparte e riporta sempre alla stessa illusione di evadere dal quotidiano.

è una metamorfosi che non si ferma mai un circolo vizioso che riparte e riporta sempre alla stessa illusione di evadere dal quotidiano

Se fissiamo troppo a lungo un’opera di Escher, finiamo per diventare noi stessi illusione: abbranchiamo la luce di un meccanismo, di una vita priva di avventura, monotona e bizzarra a rincorrere noi stessi e l’Eterno Ritorno.

Se fissiamo troppo a lungo un opera di Escher, finiamo per diventare noi stessi illusioneAbbranchiamo la luce di un meccanismo, di una vita priva di avventura, monotona e bizzarra a rin

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Escher è Matrix, una simulazione d’intenti, un Truman che esce sempre dalla porta dell’illusione e che sempre vi ritorna inserendovi uno e più mondi a piacere.

Tramite l’arte egli coglie la suggestione e la trasforma in una forza magica, in un incantesimo che muove tutto, in una geometria che ci guida come una via di fuga, come l’ordine nell’irrazionalità.

Tramite l'arte egli coglie la suggestione e la trasforma in una forza magicain un incantesimo che muove tutto

in una geometria che ci guida come via di fuga, come ordine nell'irrazionalità.

Il nostro pensiero influenzato dalle sue visioni è l’ingrediente segreto: la forma che spacca i confini della realtà fino a diventare una singolarità, un portale che ricorda molto l’inizio dell’universo stesso.

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Se volete approfondire l’arte di Escher vi consiglio di acquistare il libro “Godel, Escher, Bach”: una convergenza di musica, matematica e arte in parole, e un paio di libri che riportano le sue opere e illustrazioni.

Ricordatevi di condividere questo articolo se vi è piaciuto e se volete sentirmi parlare di un artista in particolare scrivetemelo in un commento!
Ci vediamo al prossimo artista e ricordatevi che non è tutto noia ciò che pensa!

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Jamie Mills – La Natura in Vetrina

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“L’ovvio è quel che non si vede mai, finché qualcuno non lo esprime con la massima semplicità.” 
(Kahlil Gibran)

“La semplicità è la forma della vera grandezza, di una grandezza inconscia e divenuta natura.”
(Francesco De Sanctis)

Ciao a tutti ragazzi e bentornati sul mio blog!
Io sono Ary e oggi, dopo un breve periodo di pausa, vi porto un altro artista poco conosciuto!
Abbiamo parlato di artisti che riversano tutta la loro immaginazione nelle opere che fanno: da artisti che remixano la concezione di passato e futuro a pittori che mirano a mettere a disagio lo spettatore.
Ma si può creare dell’arte solo con la semplicità?
Per scoprirlo, oggi vi porto un illustratore di New York che esplora di rivista in rivista temi come l’ambiente, la scienza e l’ecologia, rappresentandoli in un modo elementare molto particolare. Ecco a voi Jamie Mills:

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Con questo artista le frivolezze se ne stanno da parte: Jamie Mills ti costringe ad andare dritto al punto delle sue opere, dritto nel cuore di un concetto ben soppesato.

In questo video le frivolezze se ne stanno da parte Jamie Mills ti costringe ad andare dritto al punto delle sue opere, dritto nel cuore di un concetto ben soppesato

Jamie Mills sta dietro ogni quadro, dietro ogni vuoto e ogni parte spoglia, e invece di aggiungere dettagli, ti osserva attraverso il bianco per farti indovinare cosa gli sta passando per la mente.

Mills sta dietro ogni quadro, dietro ogni vuoto e ogni parte spoglia, e invece di aggiungere dettagli, ti osserva attraverso il bianco per farti indovinare cosa gli sta passando per la m

Ti fa tuffare in profondità di ciò che apparentemente profondo non è; ti fa tuffare nel minimalismo.

Ti fa tuffare nel minimalismo si tiene tutto ciò che serve e basta- un modo per liberare la mente da tutti gli strati di inutilità o abbellimento per vedere come è fatta sotto

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si tiene tutto ciò che serve e basta, un modo per liberare la mente da tutti gli strati di inutilità o abbellimento per vedere come è fatta sotto; vedere se ha bisogno di essere messa in ordine, un ordine analitico, che parte dalla punta di una matita lasciata in libertà e che ritrova la sua via accompagnata dalla squadretta, dal compasso, dalla prospettiva.

vedere se ha bisogno di essere messa in ordine, un ordine analitico, che parte dalla punta di una matita lasciata in libertà e che ritrova la sua via accompagnata dalla squadretta, dal
Jamie Mills ci mostra l’unione dell’illustrazione improvvisata e della perfezione geometrica del graphic design in modo sintetico ed efficace.

Jamie Mills ci mostra l'unione dell'illustrazione improvvisata e della perfezione geometrica del graphic design in modo sintetico ed efficace.

Ci mostra la natura in vetrina, la ribellione delle fronde che si rinchiudono in forme meticolose.

Ci mostra la natura in vetrina, la ribellione delle fronde che si rinchiudono in forme meticolose

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Ci mostra l’individualismo di un pino che cerca il proprio spazio personale, specialmente sotto natale quando tutti gli esseri umani, piccoli o grandi, si prendono la libertà di giocare con i suoi aghi.

ci mostra l'individualismo di un pino che cerca il proprio spazio personale, specialmente sotto natale quando tutti gli esseri umani, piccoli o grandi, si prendono la libertà di giocare

E’ l’individualismo di un albero scarno che vuole mettersi in mostra, perché non si sente mai abbastanza apprezzato.

E' l'individualismo di un albero scarno che vuole mettersi in mostra, perché non si sente mai abbastanza apprezzato

E’ un racconto, un intreccio di storie e testimonianze antiche che sono in cerca di qualcuno che le racconti e le liberi da loro stesse.

L’arte concettuale di Jamie Mills non si ferma alla botanica: si espande a esplorare nuovi livelli e piani, a dipingere una nuova dimensione delle montagne, la forma dell’aria che un orso emette quando esprime qualche verso o quando il suo respiro si condensa.

Larte concettuale di Jamie Mills non si ferma alla botanica si espande a esplorare nuovi livelli e piani, a dipingere una nuova dimensione delle montagne

Ci mostra la semplicità e il minimalismo per ciò che sono davvero: un messaggio importante schiacciato troppo spesso da molti messaggi inutili;

Ci mostra la semplicità e il minimalismo per ciò che sono davvero un messaggio importante schiacciato troppo spesso da molti messaggi inutili

è il fermarsi a guardare un bosco e godere solo del buio che vi è all’interno, e della luce che si riflette sulle fitte vette.
E’ il guardare dei comuni sassi e vederci dei minerali, delle pietre che possono ricordare gli odori del muschio una volta a casa.

è il fermarsi a guardare un bosco e godere solo del buio che vi è all'interno, e della luce che permette di riflettersi sulle fitte vette.

è il guardare dei comuni sassi e vederci dei minerali, delle pietre che possono ricordare gli odori del muschio una volta a casa

E’ il testimoniare un evento, un qualsiasi evento che ti faccia capire che dopo che sarà avvenuto, il mondo non sarà più lo stesso.

è il testimoniare un evento, un qualsiasi evento che ti faccia capire che dopo che sarà avvenuto, il mondo non sarà più lo stesso

Il Minimalismo anche se è all’apparenza statico, smuove forze ed è in costante mutamento, proprio come il mondo. E noi siamo qui a testimoniarlo.

Il Minimalismo anche se è all'apparenza statico, smuove forze ed è in costante mutamento, proprio come il mondo.

E noi siamo qui a testimoniarlo.

Questo è forse uno degli artisti meno conosciuti che vi ho portato, infatti è probabile che se scriverete Jamie Mills sul motore di ricerca vi verrà fuori Jamie Mills Price, che –ehm– non è esattamente la stessa cosa…

Comunque, se volete approfondire la sua arte eccovi il link al suo blog e il link ad una rivista di illustrazioni in grafite a cui ha preso parte con molti altri fantastici artisti per rappresentare i più grandi problemi ambientali e non.

Ricordatevi di condividere l’articolo se vi è piaciuto, e se volete vedermi scrivere di qualche particolare pittore, scultore e altro scrivetemelo in un commento.
Ci vediamo al prossimo artista!

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