“L’ovvio è quel che non si vede mai, finché qualcuno non lo esprime con la massima semplicità.”
(Kahlil Gibran)
“La semplicità è la forma della vera grandezza, di una grandezza inconscia e divenuta natura.”
(Francesco De Sanctis)
Ciao a tutti ragazzi e bentornati sul mio blog!
Io sono Ary e oggi, dopo un breve periodo di pausa, vi porto un altro artista poco conosciuto!
Abbiamo parlato di artisti che riversano tutta la loro immaginazione nelle opere che fanno: da artisti che remixano la concezione di passato e futuro a pittori che mirano a mettere a disagio lo spettatore.
Ma si può creare dell’arte solo con la semplicità?
Per scoprirlo, oggi vi porto un illustratore di New York che esplora di rivista in rivista temi come l’ambiente, la scienza e l’ecologia, rappresentandoli in un modo elementare molto particolare. Ecco a voi Jamie Mills:
Con questo artista le frivolezze se ne stanno da parte: Jamie Mills ti costringe ad andare dritto al punto delle sue opere, dritto nel cuore di un concetto ben soppesato.
Jamie Mills sta dietro ogni quadro, dietro ogni vuoto e ogni parte spoglia, e invece di aggiungere dettagli, ti osserva attraverso il bianco per farti indovinare cosa gli sta passando per la mente.
Ti fa tuffare in profondità di ciò che apparentemente profondo non è; ti fa tuffare nel minimalismo.
si tiene tutto ciò che serve e basta, un modo per liberare la mente da tutti gli strati di inutilità o abbellimento per vedere come è fatta sotto; vedere se ha bisogno di essere messa in ordine, un ordine analitico, che parte dalla punta di una matita lasciata in libertà e che ritrova la sua via accompagnata dalla squadretta, dal compasso, dalla prospettiva.
Jamie Mills ci mostra l’unione dell’illustrazione improvvisata e della perfezione geometrica del graphic design in modo sintetico ed efficace.
Ci mostra la natura in vetrina, la ribellione delle fronde che si rinchiudono in forme meticolose.
Ci mostra l’individualismo di un pino che cerca il proprio spazio personale, specialmente sotto natale quando tutti gli esseri umani, piccoli o grandi, si prendono la libertà di giocare con i suoi aghi.
E’ l’individualismo di un albero scarno che vuole mettersi in mostra, perché non si sente mai abbastanza apprezzato.
E’ un racconto, un intreccio di storie e testimonianze antiche che sono in cerca di qualcuno che le racconti e le liberi da loro stesse.
L’arte concettuale di Jamie Mills non si ferma alla botanica: si espande a esplorare nuovi livelli e piani, a dipingere una nuova dimensione delle montagne, la forma dell’aria che un orso emette quando esprime qualche verso o quando il suo respiro si condensa.
Ci mostra la semplicità e il minimalismo per ciò che sono davvero: un messaggio importante schiacciato troppo spesso da molti messaggi inutili;
è il fermarsi a guardare un bosco e godere solo del buio che vi è all’interno, e della luce che si riflette sulle fitte vette.
E’ il guardare dei comuni sassi e vederci dei minerali, delle pietre che possono ricordare gli odori del muschio una volta a casa.
E’ il testimoniare un evento, un qualsiasi evento che ti faccia capire che dopo che sarà avvenuto, il mondo non sarà più lo stesso.
Il Minimalismo anche se è all’apparenza statico, smuove forze ed è in costante mutamento, proprio come il mondo. E noi siamo qui a testimoniarlo.
Questo è forse uno degli artisti meno conosciuti che vi ho portato, infatti è probabile che se scriverete Jamie Mills sul motore di ricerca vi verrà fuori Jamie Mills Price, che –ehm– non è esattamente la stessa cosa…
Comunque, se volete approfondire la sua arte eccovi il link al suo blog e il link ad una rivista di illustrazioni in grafite a cui ha preso parte con molti altri fantastici artisti per rappresentare i più grandi problemi ambientali e non.
Ricordatevi di condividere l’articolo se vi è piaciuto, e se volete vedermi scrivere di qualche particolare pittore, scultore e altro scrivetemelo in un commento.
Ci vediamo al prossimo artista!
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