Ero Guro: Arte, Erotismo, Orrore

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Ciao a tutti ragazzi e bentornati sul mio blog!
Oggi vi illustrerò una corrente che non è molto conosciuta, ma che vanta di includere alcuni degli artisti più suggestivi e dei temi più oscuri e tabù che si possano immaginare: sto parlando della corrente dell’Ero Guro.
Sviluppatosi come movimento artistico negli anni ’20, la peculiarità che rende l’Ero Guro una delle correnti più affascinanti è la combinazione di horror, erotismo e grottesco in un unico mostro che si infila sottopelle e che in silenzio scatena la propria natura su illustrazioni e quadri di sfondo orientale.

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Ero Guro infatti deriva dal giapponese “ero guro nansensu”, ovvero erotico e grottesco nonsense: una costante molto amata è la malformazione estrema e surreale, unita ad una vena gore e al contrasto con protagoniste delicate e maliziose, un cibo succulento per ogni creatura degli abissi.

3 ovvero erotico e grottesco nonsense una costante molto amata è la malformazione estrema e surreale

4 unita ad una vena gore e al contrasto con protagoniste delicate e maliziose, un cibo succulento per ogni creatura degli abissi.

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Molto importante infatti è la parte erotica e morbosa della corrente che ha origine dalle stampe “Shunga” del periodo Edo, ritraenti la vita del Kotaishi (principe ereditario che si dava ai piaceri erotici nel suo Palazzo di Primavera).

6 ritraenti la vita del kotaishi, principe ereditario che si dava ai piaceri erotici nel suo palazzo di primavera.

L’Ero Guro così non si limita a mostrare il lato sensuale dell’erotismo classico, ma ci svela anche il lato più scabroso o allucinante, quello della decadenza sessuale, della corruzione, e soprattutto della violenza, un tema che in questo caso si ispira soprattutto al confine fra il vero e la finzione tramite i punti di contatto con avvenimenti reali.

7 ma ci svela anche il lato più scabroso o allucinante, quello della decadenza sessuale, della corruzione, e soprattutto

8.1 della violenza, un tema che in questo caso si ispira soprattutto al confine fra il vero e la finzione tramite i punti di contatto con avvenimenti reali.

In quanto movimento chiaramente controverso e inaccettabile venne soppresso durante la seconda guerra mondiale, per poi tuttavia riapparire più forte di prima nella cultura giapponese: proprio come un mostro o un demone, che sconfitto e relegato nel fondo dell’abisso riemerge dall’oscurità con nuove oscenità da mostrare al mondo.

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Queste nuove oscenità trasmettono la repulsione ed evocano onomatopee viscide e raccapriccianti attraverso i co-protagonisti delle opere, dai rettili dal sangue freddo, agli aracnidi pelosi e velenosi, passando per le reinterpretazioni delle memetiche violenze tentacolari, che compaiono per la prima volta proprio dalle stampe Shunga e che oggi costituiscono la massima moda della cultura hentai, fino ad arrivare a mollicce trasformazioni kafkiane in millepiedi e bruchi, come nell’omonima graphic novel “Il Bruco” di Suehiro Maruo, uno dei luogotenenti di questa corrente artistica.

13 volta proprio dalle stampe shunga e che oggi costituiscono la massima moda della cultura hentai,

14.1 fino ad arrivare a mollicce trasformazioni kafkiane in millepiedi e bruchi,

Suehiro Maruo in ogni sua rappresentazione nasconde in bella vista elementi portanti del folclore giapponese come le daruma doll, le statuine votive portafortuna che vengono sconsacrate dal sangue e che assumono d’un tratto l’aspetto di un ricordo infestante, o gli sporadici elementi che ricordano mostri a noi ben comuni, che si mischiano e diventano parte delle ambientazioni da trincea o militari, attribuendo il significato di violenza presente nell’Ero Guro all’elemento della guerra e dell’orrore.

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17 attribuendo il significato di violenza presente nell'ero guro all'elemento della guerra e dell'orrore.

Suehiro Maruo dunque ci comunica il massacro attraverso il concetto di memoria storica e il protagonista delle sue opere non è tanto la mutilazione fisica quanto quella psicologica, per trasmettere l’elemento dello stress post traumatico.

Le sue rappresentazioni infatti, seppur cruente, paiono spesso velate da uno strato di rappresentazione cinematografica, come se ci fosse un meccanismo di difesa che ci impedisce di guardare oltre per rimanere indenni dall’orrore, come per razionalizzare, stipando tutto ciò che di terribile ci è capitato dietro una pellicola proiettata, dietro a ricordi dei spensierati tempi andati, nei quali la violenza era solo un brutto sogno o una finzione, che si dipingeva di luci e contrasti alla Dario Argento fondendo insieme l’espressionismo e i raggi di una bandiera ormai spenta;

Nonostante ciò però l’inquietudine non se ne vuole andare, sbuca nei posti e nei momenti più imprevisti, e seppure tentiamo di ignorarla, essa tornerà sempre, perché è parte di noi, è il trauma sotto la nostra pelle che ci porteremo dietro per tutta la vita negli abissi del nostro cervello.

25 nonostante ciò però l'inquietudine non se ne vuole andare, sbuca nei posti e nei momenti più imprevisti, e seppure tentiamo di ignorarla

26 essa tornerà sempre, perché è parte di noi, è il trauma sotto la nostra pelle che ci porteremo dietro per tutta la vita negli abissi del nostro cervello.

Questa pellicola, questo Velo di Maya color miele che Suehiro Maruo ci offre come dolce protezione dagli orrori del mondo, Junji Ito invece ce lo strappa dagli occhi.

27 lui gioca col viscido con l'inaspettato e con la paura come un elemento costante della vita umana, che non è mai irrazionale o infondata

Lui gioca col viscido, con l’inaspettato e con la paura come un elemento costante della vita umana, che non è mai irrazionale o infondata. Con lui tutto è possibile: il mondo reale è il mondo degli spiriti mitologici giapponesi, degli yokai come lo Hyakume dai 100 occhi, che incarna l’elemento di disturbo e di frenesia incessante. Ciò che Junji Ito ama più di tutto infatti è portare l’elemento del terrificante letteralmente all’ennesima potenza, moltiplicando arti, occhi, creature, bocche e brividi e riempiendo di oscurità ogni angolo delle illustrazioni per non dare spazio all’umanità, per stroncarla nelle sue emozioni e annichilirla fino a lasciarle solo la possibilità di implodere in un buco nero.

30 ciò che junji ito ama più di tutto infatti è portare l'elemento del terrificante letteralmente all'ennesima potenza, moltiplicando arti, occhi,

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32 per stroncarla nelle sue emozioni e annichilirla fino a lasciarle solo la possibilità di implodere in un buco nero.

La mente umana nell’immaginario di Junji Ito prende la forma della realtà che la circonda, di un maelstrom, un pozzo oscuro senza fondo, che ci fa cadere sempre più giù nel gorgo della follia.

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Al contrario di Suehiro Maruo, però, per Junji Ito l’insanità mentale non è qualcosa da temere, ma da incoraggiare, in quanto è la chiave per una visione più approfondita delle cose e delle loro potenzialità, per farci far pace con il fatto che prima o poi anche noi diverremo degli yokai, dei mostri, fino a tornare alla terra dalla quale siamo venuti, in un ciclo di morte, putrefazione e rinascita.

34 in quanto è la chiave per una visione più approfondita delle cose e delle loro potenzialità, per farci far pace con il fatto che prima o poi

35 anche noi diverremo degli yokai, dei mostri, fino a tornare alla terra dalla quale siamo venuti, in un ciclo di morte, putrefazione e rinascita.

Per Junji Ito la paura è un’ossessione, che si riflette in una pupilla serrata e che vaga nel bianco e nero delle vignette in cui è intrappolata, cercando un colore che non c’è, impigliata nella desolazione di ombre e luci fioche.

36 per junji ito la paura è un'ossessione, che si riflette in una pupilla serrata e che vaga nel bianco e nero delle vignette in cui è intrappolata

37 cercando un colore che non c'è, impigliata nella desolazione di ombre e luci fioche.

Altro luogotenente di questa corrente è Shintaro Kago, che dal canto suo vive in un mondo a parte, con uno stile ben definito per giocare sul contrasto fra immagini assurde e raccapriccianti e il lato infantile dei colori a matita.

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Shintaro Kago proprio come l’Enigmista di “Saw” gioca con i soggetti delle sue opere, relegati ad una prigione che costringe al divertimento, una giostra dell’orrore che confina la mente e il corpo nelle figure di bambini e bambine in balia degli eventi, a sottolineare l’innocenza e l’inermità di fronte allo scempio a cui sono destinati.

L’horror di Shintaro Kago si veste da tendenza, da harajuku girl, da bambina lolita, esponendo l’influenza delle mode giapponesi come parassiti che si insinuano nei cervelli e trasformano la struttura umana di chi apparentemente è più fragile e candido. Il suo è un mondo di caramelle e puzzle di carne, arcobaleni e pericolosi automatismi.

6.1 esponendo l'influenza delle mode giapponesi come parassiti che si insinuano nei cervelli

6.2 e trasformano la struttura umana di chi apparentemente è più fragile e candido.

Takato Yamamoto infine rompe le aspettative e rovescia la medaglia rappresentando l’horror e il grottesco non come qualcosa da cui essere disgustati, ma anzi come raffinatezza elitaria, come una prelibatezza da galateo definita da un’estetica delicata e perfino poetica, dai colori tenui e un tratto fino ed elegante.

L’Ero Guro con lui diviene una favola dei fratelli Grimm, una mitologia che si fonde fra l’oriente e l’occidente, nella quale vediamo un confine sottilissimo fra mostri e santi, e nel quale gli abomini si mostrano come un’arte di pochi eletti, concezione paradossalmente ancor più insopportabile delle esplicite opere degli artisti precedenti.

11 diviene una favola dei fratelli grimm, una mitologia che si fonde fra l'oriente e l'occidente,

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13 e nel quale gli abomini si mostrano come un'arte di pochi eletti, concezione paradossalmente ancor più insopportabile delle esplicite opere degli artisti precedenti.

Ognuno di questi artisti porta sul palmo della mano gli occhi, gli organi genitali, il cranio, le viscere, ovvero tutti quei ventri molli che possono potenzialmente covare una progenie del diavolo, ed è proprio questo che affascina e confonde dell’Ero Guro.

14 gli occhi, gli organi genitali, il cranio, le viscere,

Mentre nell’horror occidentale infatti è predominante il terrore di ciò che sta oltre la morte, fra fantasmi che ci perseguitano, scheletri e creature sovrannaturali esterne a noi, con l’Ero Guro il mostro che ci infesta è dentro di noi, è un tarlo che ci mangia da dentro, è una malformazione che ci fa perdere il controllo, è un corpo che ci spaventa poiché il male non è altri che l’uomo stesso!

17 nell'horror occidentale infatti è predominante il terrore di ciò che sta oltre la morte

20 è un tarlo che ci mangia da dentro, è una malformazione

Spero che l’articolo vi sia piaciuto e scrivetemi in un commento se vi ho fatto venire i brividi!
Se poi volete approfondire ancora l’Ero guro vi lascio i link ai libri degli artisti:
QUI la “Kagopedia” di Shintaro Kago;
QUI “Il Bruco” di Suehiro Maruo;
QUI “Brivido: Junji Ito”;
inoltre se volete sentire ulteriormente la pelle d’oca vi consiglio di andare QUI a recuperarvi il mio articolo sul Confronto fra Xue Jiye e Beksinski.
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Ci vediamo al prossimo artista!

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Il Mondo di Poppy #Gigabeat

I miei video!

Ciao a tutti ragazzi e bentornati sul mio blog!
Questo articolo vuole essere il primo di una nuova rubrica artistica che mira ad esplorare più forme dell’arte e che affiancherà gli articoli sugli artisti poco conosciuti: oggi voglio parlarvi del primo di una serie di fenomeni del web che mi hanno particolarmente colpito, e in particolare di una Youtuber che mi ha ispirato l’idea di questa nuova rubrica sull’arte multimediale dei nostri giorni, sulla fusione fra più veicoli di creatività, e sulle performance che hanno smosso i media e che sono le più meritevoli a parer mio di attenzione.
Parliamo dunque di POPPY!

Per chi non la conoscesse Poppy è una giovane cantante americana di 22 anni, ma ciò che mi interessa non sono tanto le sue canzoni su Spotify, quanto il suo canale youtube e più nello specifico, il personaggio che incarna.

Il suo aspetto vincente e associare due elementi contrastanti la musica elettronica darkambient
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Quella di Poppy infatti è diventata una figura virale all’interno del web grazie ai suoi video inquietanti e dall’estetica delicata, che provocano a lungo andare uno straniamento ipnotico: a primo acchito potrebbe sembrarvi semplicemente una Luna Lovegood di youtube, ma che piaccia o venga reputata una perdita di tempo, che intenda dare spettacolo o lanciare un messaggio artistico, a discapito dunque di tutti i se o i ma io credo che ci sia un concetto più profondo dietro ai suoi video.

ma che piaccia o venga reputata una perdita di tempo, che intenda dare spettacolo
o lanciare un messaggio artistico, a discapito dunque di tutti i se o i ma io credo che ci sia un concetto piu profondo dietro ai suoi video

Lo dico a partire dal semplice fatto che non sono definibili: possiamo provare ad avvicinare i termini Vaporwave, Harajuku, Kawaii, Ethereal, ma Poppy diventa un’arte a sé stante, l’arte di un mondo diverso.

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Il suo aspetto vincente è associare due elementi contrastanti: la musica elettronica dark ambient e le sue poche parole, recitate dalla sua fragile voce, un secondo prima angelica e un secondo dopo inquietante.

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L’effetto che risulta è l’equivalente di quando, guardando un film horror vediamo comparire dal nulla una bambina, una figura pura che nel contesto tuttavia è talmente fuori posto da scardinare il senso e le sensazioni dello spettatore, risultando assai più raccapricciante di un comune mostro.

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una figura pura che nel contesto tuttavia e talmente fuori posto da scardinare il senso e le sensazioni dello spettatore, risultando assai più raccapricciante di un comunemostro

Nel vedere Poppy per la prima volta mi è venuto in mente un personaggio di un film in particolare, un personaggio che ci accompagna nello spirito durante tutta la pellicola in questione e che compare per pochi memorabili secondi solo alla fine: la Principessa de “La Storia Infinita”.

La figura estraniante della Principessa che sussurra parole con dolcezza mentre il suo mondo tutt’intorno cade a pezzi mi ricorda moltissimo il personaggio di Poppy.
Lo sguardo di lei in un primo momento vacuo e inespressivo, quasi ingenuo, si trasforma subito dopo in una disperata malinconia.

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Così come La Principessa è l’unica che parla direttamente a Bastian dal libro, un fenomeno tanto strano quanto fondamentale, così ci guarda Poppy, scombussolandoci nella nostra zona di comfort, in casa nostra, mentre la guardiamo.

Poppy può apparire come un fenomeno ridicolo, ma è innegabile che sia un fenomeno necessario: non appena finisci di vedere un suo video capisci che c’era bisogno di lei nel sentiero olistico di youtube, che ora che l’hai vista e non si scolla dalla tua mente, ti pare impossibile immaginare un mondo senza la sua esistenza, proprio come una Brenda Starr del 21esimo secolo.

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Poppy è proprio questo: un cartone animato intermittente, che ci si aspetta di ritrovare come una delle Nuove Divinità di American Gods: come la protetta di Media, come una figlia di Mr World, come la sorella di Technical Boy.

che ci si aspetta di ritrovare come una delle Nuove Divinità di American Gods

Si sta formando una nuova corrente e Poppy è il fenomeno chiave per renderci conto di che forma ha il Dio della Nuova Estetica.
In lei si vede un legame profondo in particolare fra l’estetica ben definita di Tumblr e la moda odierna: il biondo elfico, i font intermittenti, i colori neon o pastello, fra il vintage e la parodizzazione/ossessione della tecnologia.

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Echeggia attraverso suoni elettronici su Spotify in versioni Dream Pop, Indietronica, e si riversa in artisti come Grimes (camaleontica, sognante e iperattiva);

in artisti come Grimes, camaleontica, sognante e iperattiva

Die Antwoord (sinistra e pallida che fa del disagio e del bizzarro una virtù quotidiana);

Die Antwoord, sinistra e pallida che fa del disagio e del bizzarro una virtù quotidiana

Marina and the Diamonds (delicata come una bambola e dai testi malinconici);

Marina and the Diamonds, delicata come una bambola e dai testi malinconici

Aurora (fragile e acqua e sapone), e la lista va avanti indisturbata.

Aurora, fragile e acqua e sapone

E’ una fusione stilistica di musica e arte visiva che in futuro aprirà la via a ulteriori generi, come nuove teste dell’Idra che spuntano impercettibili a incorniciare il secolo che stiamo vivendo.

Fatemi sapere se vi piacerebbe che continuassi questa rubrica e se sì ditemi quali fenomeni artistici del web vi hanno scosso o meravigliato, possono essere qualsiasi cosa!
Ci vediamo al prossimo articolo!

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