Se anche tu ami gustare una storia con gli occhi, qui sotto troverai tutti i fumetti che mi sono stati gentilmente inviati da Saldapress, che ha nutrito la fame di mitologia e fantasia che avevo palesato con i miei disegni di Inktober (DESIGN presenti nel mio NUOVO SHOP ONLINE!)
Ecco la mia recensione a tutte le graphic novel! Guardala e scegli quale ti piace di più:
Se ami la mitologia, dalla favola fatata più classica all’orrore degli zombie ai tempi delle Crociate, fra odissee spaziali e guerre fra vichinghi e alieni, dai un’occhiata a questi fumetti:
Una storia divertente e dallo stile rustico che racconta di un ritrovamento insolito nel mezzo di una battaglia fra vichinghi. Che sia un segno di Odino?
E se la famosa epidemia chiamata “morte nera” non fosse una comune peste? E se invece fosse la prima infestazione di non morti su suolo sacro? Gli ex crociati della Fiat Lux se lo stanno domandando.
Acquerelli e una luce calda ti tranquillizzano in un viaggio pieno di domande. Le domande sono quelle di Brindille, che non ricorda da dove viene, né sa quale sarà il suo destino.
“Professore, è vero tutto questo? O sta accadendo solo nella mia mente?”
“Certo che è nella tua testa Harry, dovrebbe voler dire che non è vero?”
(cit. Silente)
Ciao a tutti e bentornati sul mio blog!
Oggi vi voglio parlare di un uomo belga nato nel 1898, il cosiddetto “tranquillo sabotatore” che ha trascorso la propria vita ad ingannare gli occhi di tutti attraverso le sue tele e che noi oggi conosciamo come il padre del surrealismo, o meglio, di un tipo specifico di surrealismo.
Se da una parte infatti, c’è il surrealismo eccentrico, folle e allegorico di Dalì, che prende le forme comuni e le fa sciogliere, le spezzetta, e le trasforma talvolta in mostri, talvolta in forme inconcepibili, dall’altra parte c’è un surrealismo delicato nell’uso dei colori, nonché poeticamente filosofico, ovvero quello di Magritte.
Magritte infatti veicola figure e immagini apparentemente semplici attraverso quella che può essere intesa come la madre della contemporanea arte concettuale, un’arte che, prima di voler apparire, vuol farsi sentire attraverso un messaggio che era dormiente dentro di noi e che ora d’un tratto si è risvegliato.
Ma questo è solo uno dei motivi per cui Magritte è ritenuto un caposaldo della corrente del surrealismo.
Il suo è un surreale minimale che è d’effetto e lascia poco spazio alle domande e molto all’immaginazione. La stessa immaginazione da cui scappa e alla quale ritorna sempre il fantomatico protagonista con la bombetta dei suoi quadri, il Mr Truman che ha paura di avere ragione, il Mr Banks che sogna la rottura, che sogna un segno arrivatogli dall’alto per liberarlo da qualcosa, ma cosa?
La silenziosa transizione fra i confini che ci siamo autodefiniti, come il confine fra terra e cielo, fra tela e paesaggio, fra giorno e notte è la stessa che avviene fra la mente dello spettatore e la rumorosa assenza all’interno delle tele di Magritte.
La sua è un’arte che si espande su ogni piano, come un battito che parte dal cuore e arriva a pulsare fino alla superficie della pelle, un surrealismo quasi impercettibile, che si può sentire solo fermando il tempo, azzittendo il mondo e poggiando l’orecchio il più vicino possibile.
Quello di Magritte è un surrealismo sottile, che sfugge all’occhio poco attento, e proprio per questo viene spesso usato non come mezzo per fuggire dalla realtà, ma per immergervi, e per riuscire a comunicare al mondo i propri dubbi, le paranoie altrimenti inspiegabili a parole.
Magritte è la voce all’interno della testa che si manifesta alla persona che si ha davanti quando non si ha la forza di confidarsi, e alla domanda “come stai?” si risponde “sto bene” anche quando non è così.
Così come il surreale di Magritte sfugge all’occhio distratto, allo stesso modo nella vita di tutti i giorni, talvolta ci sfuggono certi comportamenti delle altre persone, che se notassimo potrebbero raccontarci quello che succede nella loro mente, dietro a quel “sto bene.”
In the style of René Magritte. The Premonition of chaos [2]
Ciò che mi ha avvicinato all’arte di Magritte infatti, è stata la consapevolezza che il quadro ti riflette, non per come sei fuori, ma per come ti senti dentro.
E’ un tentativo di capirsi, di intuire quale sensazione può portarti a sentirti leggero come una piuma e allo stesso tempo la testa pesante come piombo.
Non è un caso che per spiegare la sensazione di certi disturbi dissociativi si ricorra ai suoi quadri: perché dire “mi sento fuori dal mio corpo” pare un’affermazione estraniante dalla concezione e comprensione di chiunque, ma basta questo quadro per capire esattamente cosa si intende.
I quadri di Magritte sono i viaggi della nostra mente, sono le giornate impiegate a smaltire la paranoia incombente sopra di noi, sono le passeggiate lontane da tutti gli altri quando si è immersi in una propria passione, a dimostrare che ogni cosa può essere reale anche se è solo nella tua testa.
The Postcard 1960 Painting by rene magritte; The Postcard 1960 Art Print for sale
Con Magritte ciò che era nell’etere diventa d’un tratto tangibile, perché la sua arte dà voce a ciò che è invisibile, all’indefinibile che sta sotto alla pelle, a ciò che per noi è inspiegabile e che eppure viene proprio da noi, da ciò che taciamo, da ciò che ci auto-infliggiamo senza rendercene conto e senza che ce ne curiamo, da ciò che le altre persone nascondono e che noi ignoriamo.
Proprio per questo, anche se può apparire così, l’arte di Magritte non è un’arte di solitudine, ma un’arte sulla necessità di conoscere se stessi e gli altri, e capire cosa sta succedendo dentro di sé in quanto parte del mondo.
E’ inevitabile guardare un suo quadro e intuire quello che il fantomatico uomo con la bombetta sta provando, e questo perché sei tu quell’uomo: sei tu Mr Banks, sei tu Mr Truman: un uomo che vorrebbe apparire in mezzo alla folla, che vorrebbe meravigliarsi ogni giorno per ricordare quanto è preziosa la vita, che vorrebbe guardare nella testa delle altre persone e trovare un segreto per sfuggire alla monotonia, alle finzioni, come fa Mr Truman nel Truman Show che attraversa lo sfondo Magrittiano per eccellenza e si lascia alle spalle la tela per lanciarsi nell’ignoto.
Magritte è il pittore di tutti quelli che si imbarazzano di fronte alle proprie idee, tanto che non hanno mai avuto il coraggio di confidarle a qualcuno. Nemmeno a loro stessi.
Magritte dipinge il tentativo di nascondere ciò che rende umani; il desiderio di mimetizzarsi, di una quiete interiore seppur fuori dall’ordinario.
Proprio come la sua arte dà ad intendere, il surrealismo grazie a Magritte ha rappresentato una porta che va oltre la realtà visibile, oltre il concetto di terreno e aldilà, di immaginazione e realtà.
Il mondo pare ad un tratto troppo pieno di tutto, e al contempo troppo vuoto sotto al cielo.
Se vi interessa approfondire questo artista, QUI potete acquistare gli Scritti di Magritte e QUI il Libro sulle sue Opere.
Perché ho scelto di dipingere un vaso di fiori e una balena in caduta libera? Perché indossarli?
Se vi sembra improbabile circolare per la città indossando una simile maglietta, provate a viaggiare sul pianeta di Sgrupf, dove è all’ordine del giorno osservare ornitorinchi commercialisti che si occupano della contabilità degli oceani terrestri (e guardate che il Pacifico evade un sacco!). Se vi sembra ancora più improbabile che un vaso di fiori possa avere pensieri, questo è perché non avete mai parlato con un prato di petunie, talmente petulante da rendere quasi sopportabile la signora Wilma, quella che dal parrucchiere si siede accanto a voi mentre vi fate i bigodini.
Indossare questa maglietta significa:
1) essere protetti contro qualsiasi Vogon che abbia deciso di intrattenervi con la lettura di una sua poesia;
2) evitare che vostra mamma si trasformi in un tostapane (per la terza volta!);
3) fare un giro gratuito sulla Cuore D’Oro e col suo motore a improbabilità.
L’unica risposta possibile e improbabile resta comunque 42.
Nome: “The Whale and the Bowl“
Fonte dell’immagine: “Guida galattica per autostoppisti” Colore: Setacolor opaque white Tessuto: cotone
(nella foto: Io) (per ordinare la tua t-shirt o per ulteriori informazioni scrivimi all’e-mail: derizzo.arianna@gmail.com)
Perché ho scelto di dipingere lo Snaso nei panni (letteralmente) di Robin Hood? Perché indossarlo?
Certamente è un ladro un po’ improbabile e di sicuro non è granché temibile, tuttavia è il ladro più Fantastico con cui potrete mai avere a che fare, nonché il più nobile e altruista: quando si tratta di aiutare il prossimo, lui sfreccia fra i lingotti e arraffa i tesori dei maghi ricconi per accorrere col marsupio zeppo dai poveri e bisognosi.
Trovarlo è abbastanza facile, basta percorrere la scia di sterline che si lascia alle spalle o seguire il rumore di vetri infranti e scompiglio delle gioiellerie di ogni angolo.
Il difficile sta nell’avvicinarlo poiché, come ogni ladro che si rispetti, nessuno, nemmeno lo spietato sceriffo di Nocturne Alley, è riuscito ad agguantarlo. Leggenda narra però che il suo fiuto per i tesori si sia fatto così affinato da poter scovare perfino chi sia un Tesoro fra gli esseri umani. Se siete persone di buon cuore e di spirito generoso perciò è probabile che un giorno lo Snaso si presenterà grattando alla vostra porta di sua spontanea volontà e vi seguirà in ogni vostra avventura provvisto di cappello a punta, completo verde e del tintinnio di mille gioielli.
Nome: “Robin Snaso” Fonte dell’immagine: mia creazione Colore: Setacolor opaque black, red, olive, butter cup, cobalt blue e mix di colori. Tessuto: cotone
VERSIONE 1: T-shirt di “Robin Snaso in bianco e nero”: -prezzo: 30 euro + spese di spedizione
-(pagamento su PayPal)
VERSIONE 2: T-shirt di “Robin Snaso a colori”(come in foto) -prezzo: 38 euro + spese di spedizione
-(pagamento su PayPal)
(nella foto: IO) (per ordinare la tua t-shirt o per ulteriori informazioni scrivimi all’e-mail: derizzo.arianna@gmail.com)
Perché ho scelto di dipingere l’Ubu Re di Alfred Jarry? Perché indossarlo?
Perché la ‘patafisica risiede in ognuno di noi, è la spirale della creatività che coviamo dentro di noi e non vede l’ora di mettersi, o meglio, metterCI in gioco.
Indossare questa maglietta vuol dire sbandierare le possibilità della nostra mente, della nostra fantasia, della nostra immaginazione.
Ci vuole un ‘patafisico bestiale per indossare questa maglietta, e quel ‘patafisico potresti essere tu!
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Nome: “Ubu Roi” Colore: Setacolor opaque: white Tessuto: cotone
(nella foto: riccardodalferro.com) (per ordinare la tua t-shirt o per ulteriori informazioni scrivimi all’e-mail derizzo.arianna@gmail.com)